Ormai l’abbiamo capito: la dimensione bucolica ci piace assai. Anche stamattina l’abbandono del covo sotto gli ulivi ci costa fatica. Non è la fatica di alzarsi presto, né di rifare i bagagli, è proprio la non voglia di andarsene da un posto bello. Alberto parte prima di noi per fare una spedizione da Faenza, dove ci ritroveremo un’ora dopo tutti al bar. Noi donzelle salutiamo Antonio a suon di selfie e ci avviamo tra vigne e colli con pedalata tranquilla. Lo scenario è proprio bello, non c’è che dire.
Stamattina mi sono svegliata prestissimo per godermi l’alba, come il padrone di casa ci ha consigliato di fare. Il sole si stava appena levando sopra i colli, se ne scorgeva il profilo, riflesso sull’acqua della piscina, e già si distinguendo gli ulivi attorno. Un piccolo momento perfetto.
La partenza scorre tranquilla, con le solite grasse risate che ci permettiamo, quando possiamo affiancarci lungo le stradine secondarie e chiacchierare. Essendo poi per la prima volta solo donne, fioccano le battute e qualche confidenza in più.
Al bar di Faenza, ricompattiamo la formazione e, col capogruppo di nuovo in testa, ci facciamo subito prendere la mano dalla ciclotoponimia e dalla raccolta frutta, tanto per tardare ancora un poco. La tappa di oggi comunque ce lo consente. Dobbiamo fare “soltanto” 57 chilometri. Un po’ per agevolare Annalisa, che il primo giorno di viaggio si è beccata un battesimo di 75 km, un po’ perché – dal momento che ormai ci è chiaro che più sterrato erboso significa molta più fatica – in molti tratti privilegiamo l’asfalto alle stradine di campagna.
Laddove optiamo per queste ultime, però, veniamo sempre premiati. Succede così per l’angolo di fresco di Guado Paradiso, prontamente documentato. Pare di essere chissà dove e invece siamo a un passo dal centro di Forlì, le cui architetture severe attraversiamo in fretta, passando anche accanto alla fortezza.
A Forlimpopoli ci aspetta invece il pranzo migliore del viaggio, niente po’ po’ di meno che da Artusi! Dopo aver trovato il ristorante macrobiotico chiuso, un passante ci consiglia di andarci e di prendere i loro menù, che offrono un ottimo rapporto qualità prezzo e un servizio impeccabile. Mai consiglio fu più apprezzato. È stata la nostra tappa gastronomica più raffinata e al tempo stesso la più economica: 32 euro in quattro persone per un pranzo di altissima qualità. Bravi! Tappa consigliatissima.
Deliziati da tanta bontà, proseguiamo verso Cesena e in men che non si dica, dopo l’ormai immancabile salita di fine tappa, arriviamo al B&B Mama Ro, dove ci accolgono Carlo e i suoi cani, della rara razza del Lagotto romagnolo.
Lui e Roberta, sua moglie, dopo anni di viaggio zaino in spalla e di lavori di altro tipo, hanno deciso di dedicarsi a turismo e agricoltura perché desiderosi di cambiare il proprio stile di vita e di far crescere i propri figli con dei punti di riferimento stabili ma aperti verso il mondo.
Oltre a tre stanze dedicate agli ospiti, gestiscono anche tre ettari di campi dedicati soprattutto a piante da frutto, che abbiamo modo di apprezzare. “Io mangio frutta soltanto appena colta. Se non la stacco dalla pianta non la sento viva e non riesco a mangiarla. Già nel momento in cui è sul piatto non mi va più”, ci racconta.
I genitori di sua moglie hanno vissuto per un periodo in Africa e gli influssi di questa permanenza negli arredi di casa si notano chiaramente. Così come nel nome che hanno dato al B&B, realizzato dopo un viaggio in Irlanda – “dove l’accoglienza diretta è la modalità primaria di accoglienza turistica”, ci spiega Carlo – per capire come impostare al meglio la propria struttura.
Oggi fanno anche tante attività didattiche e ospitano spesso gruppi di ragazzi impegnati in scambi culturali e linguistici. Tra questi, un gruppo di attori che recita nelle scuole in lingua originale. Aderiscono alla settimana del baratto e sono aperti alle proposte che arrivano dai loro ospiti. “Il rapporto diretto è l’aspetto più interessante e positivo del nostro B&B” ci spiegano “è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di conoscervi e di sostenere la vostra iniziativa”.
Che altro dire se non che la torta preparata dalla mamma di Roberta a colazione era fantastica?
testi e foto di Cristina Favento@