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La Bosnia di Ivo Andric, un ponte fra Oriente e Occidente

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Andric-foto-2-Fondazione-Belgrado

"Tutto ciò che questa nostra vita esprime tende verso un'altra sponda, verso una meta tramite cui acquista il suo vero senso. Tutto è un passaggio, un ponte le cui estremità si perdono nell’infinito [...] e la nostra speranza è su quell'altra sponda".

“Per la forza epica con cui ha tracciato e rappresentato i destini umani concernenti la storia del suo Paese”. Questa la motivazione valsa nel 1961 il premio Nobel per la letteratura a Ivo Andric, nato a Travnik, nel cuore della Bosnia Erzegovina, a 80 chilometri dalla capitale Sarajevo dove studierà. Lo scrittore cresce a Višegrad, sulla Drina, e si trasferisce poi a Belgrado. Come diplomatico della prima Jugoslavia, viaggia e lavora a Roma, Bucharest, Trieste, Marsiglia, Parigi, Genova, Bruxelles, Madrid e Berlino. Ma le storie che l'hanno consacrato come uno degli autori più rappresentativi e autentici della regione balcanica sono ambientate in una Bosnia sospesa fra Oriente e Occidente.

La città natale

Tappa d'obbligo è il museo Ivo Andric allestito a Travinik, in un edificio che s'ispira alla casa natale dell'autore. Alla sua città - passata residenza di visir difesa da una fortezza arroccata sulla collina e in passato importante centro diplomatico - lo scrittore dedica il libro “La cronaca di Travnik”. Oltre alla moschea variopinta, “in fondo al mercato, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Sumec”, nella cittadina troverete il piccolo Caffè di Lutvo, “sempre esistito, da che mondo è mondo”, o il gradevole giardino di casa Hafizadic - da dietro il cui albero di prugne Salko ammirava Agatha – che ospita un altro caffé.

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Il ponte sulla Drina

Qui partono quei sentieri “che, simili a fili e cordoni, arabescano le montagne e i declivi intorno”; “da qui è difficile partire, ma anche andarsene per tornare” scrive Andric di Višegrad, la cittadina

dove trascorse l'infanzia, allevato da una zia. E proprio qui lo scrittore ambienta la sua opera più famosa, quella che racconta la storia di un ponte costruito durante la dominazione ottomana sul fiume Drina per volere del gran visir Mehmed Pasa Sokolovic. Un ponte fra due mondi che poggia su 11 arcate ed è lungo 179 metri, nel corso dei secoli più volte danneggiato e più volte muto testimone di esecuzioni, oggi patrimonio Unesco.

Andricgrad

andric-grad

Nella cittadina di Višegrad, il famoso regista Emir Kusturica ha fatto costruire Andricgrad, ovvero “la città di Andric”,una sorta di villaggio che si sviluppa attorno a una monumentale piazza, dove troneggia la statua dello scrittore, e che mescola stili e atmosfere diverse, da elementi classici a richiami ottomani.

Inaugurata nel 2014, la curiosa cittadina ospita anche un istituto culturale dedicato ad Andric e, pur avendo suscitato alcune critiche e perplessità, è interessante da visitare per gli appassionati in zona.

Sarajevo

Fra Travnik e Višegrad, è d'obbligo un passaggio nella capitale, dove Andric ha studiato al ginnasio Prva e dove sono ambientati il romanzo “La signorina” e diversi suoi racconti, come “Morte nella tekija di Sinan”.

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La casa museo di Belgrado 

A Belgrado, dove Andric visse fino alla morte, nel 1975, si trova un altro museo a lui dedicato, allestito nell’appartamento al primo piano della via Andricev 8, dove lo scrittore visse dal 1958 insieme alla moglie Milica Babic, costumista presso il Teatro Nazionale serbo. La sala di ingresso, quella delle pitture e lo studio, con la notevole libreria personale che vanta alcuni libri molto antichi, hanno mantenuto il loro aspetto originale. Le altre stanze sono state adattate a ospitare l’esposizione permanente che ripercorre la vita e il lavoro del celebre autore.

DOVE DORMIRE

A Višegrad esiste un omonimo e spartano hotel che si affaccia proprio sulla Drina e sul famoso ponte. Pare che anche Ivo Andric vi abbia alloggiato, in una stanza oggi a lui intitolata. Qui, sotto al suo ritratto, una macchina da scrivere e un vecchio telefono d'epoca occupano la scrivania.

DOVE MANGIARE

Dveri è un piccolo ristorantino che si trova nel centro storico di Sarajevo anche se, grazie a caldi ambienti in legno decorati con stile contadino, sembra di essere in una fattoria di campagna. Serve piatti tipici a prezzi onesti. Meglio prenotare.

DOVE COMPRARE

Se cercate artigianato locale bosniaco, uno dei luoghi migliori è il vecchio quartiere turco ottomano a Sarajevo: addentrandosi nella Baš?aršija con occhio critico si possono ancora scovare oggetti lavorati artigianalmente in ferro o cuoio e diverse specialità dolciarie tipiche.

bascarsija-sarajevo

DA VISITARE

Sarajevo

Circondata dai monti e attraversata dal fiume Miljacka, Sarajevo è stata ribattezzata "la Gerusalemme d’Europa", soprattutto per la compresenza storica dicdiverse comunità religiose e nazionali. La sua sfortunata sorte, tragicamente legata ai sanguinosi conflitti vissuti nel nostro continente nell'ultimo secolo, ha reso la capitale bosniaca un museo a cielo aperto dove sono ancora ben visibili le recenti tracce della guerra nei Balcani. È importante visitare la città per ricordare, ma anche per farsi conquistare dalla forza vitale e dal patrimonio multiculturale che la contraddistinguono.

IL PRODOTTO

Il formaggio dei monti

Nella zona montana a nord di Travnik, nella Bosnia centrale, è molto apprezzato un formaggio tipico, molto simile alla feta: fresco ma leggermente indurito, salato e saporito. È chiamato vlašicki sir e il nome deriva appunto dal vicino rilievo montuoso di Vlašic. Oggi il prodotto si può trovare e produrre in tutta la Bosnia Erzegovina ma è tipico trovarlo proprio nella valle di Travnik, dove scorre il fiume Lašva, perché questa tipicità casearia viene generalmente preparata “in quota” con latte non pastorizzato di pecora, subito dopo la mungitura.

Vlasicki-sir

Si dice che la tecnica di produzione sia stata introdotta in quest'area da allevatori nomadi dell'Est e che la tradizione sia stata poi fatta propria dai pastori e allevatori locali delle montagne circostanti. Il vlašicki sir si trova spesso in vendita in banchetti di fortuna allestiti dai piccoli produttori ai bordi delle strade e viene solitamente consumato da solo, come antipasto o contorno.
Si può provare un ottimo formaggio vlašicki nel negozietto di alimentari di ?ino Samir, a Travinik, oppure nel ristorante Izvor, lungo la stradina che porta al villaggio di Mehurici.

Il drink

In Bosnia, così come nei vicini Paesi balcanici, si beve la rakija, popolare distillato superalcolico ricavato da diversi tipi di frutta e perfetto con il formaggio come “antipasto”. La più comune prodotta è a base di prugne ma si usano anche la pera, la mela o la vite. Raggiunge i 40% ma li può facilmente superare se fatta in casa, come avviene da queste parti.

RINGRAZIAMENTI E CONTATTI

Ringrazio di cuore Leonardo Barattin, senza il cui prezioso supporto questo articolo sarebbe stato estremamente più povero e impreciso. Leonardo, grazie a un bel po' di passione, una laurea in storia e una buona conoscenza della lingua, fa da accompagnatore per l'associazione Viaggiare i Balcani, che organizza itinerari turistici dedicati ad Andric in Bosnia Erzegovina. Per informazioni: viaggiareibalcani.it, info@viaggiareibalcani.net.

Buon viaggio!

moschea travnik

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