testi e foto di Cristina Favento©
La Germania del Nord è sospesa fra due mari e due mondi. È crollato un muro nel lontano '89 eppure ancora si notano consistenti differenze tra un ovest più moderno e mondano e un est più selvatico, dal sapore retrò.
Li accomuna, tuttavia, un certo fascino nordico che si respira soprattutto nei paesaggi marittimi, caratterizzati da un'alternanza fra grandi porti di mare e chilometriche distese di sabbia e vegetazione, qua e là intervallate da lunghi pontili in legno.
Trasmettono una sensazione di essenzialità, di quiete composta, anche quando l'impeto della natura fa il suo corso. Siamo lontani dalle atmosfere mediterranee, tanto più vivaci quanto più disordinate. La sensazione a tratti è quasi lagunare.
Volgendo lo sguardo a Sud, si aprono invece verdissime campagne pianeggianti, puntellate di mulini a vento e girasoli. I centri abitati si diversificano per grandezza e stile, si va da cittadine che sfoggiano moderni edifici di cemento e acciaio, a piccole e graziose schiere di abitazioni costiere in legno, spesso ex case di pescatori, alle strette e lunghe costruzioni di mattoni rossi dei maggiori centri storici, affiancate le une alle altre, che richiamano nell'immaginario collettivo lo stile olandese.
L'architettura anseatica fa larghissimo uso sia della tecnica costruttiva del graticcio, che prevede uno scheletro ligneo intrecciato a vista e ci ha lasciato in eredità un stupefacente varietà di forme, intrecci e decorazioni di grande bellezza. Ma anche del cotto, materiale edile ottenuto da un particolare trattamento e cottura dell'argilla, utilizzato per vari secoli, sin dal periodo medievale, specie da famiglie borghesi e per costruzioni importanti – come alcune imponenti chiese gotiche della zona - perché costoso e considerato di pregio.
Girovagando tra le regioni tedesche della Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e Meclemburgo-Pomerania Anteriore ho messo giù una semplice top five per raccontarvi che cosa mi ha colpito maggiormente e consiglio anche a voi di sperimentare.
La ciclabile del Baltico
Il modo migliore per esplorare il territorio è spostarsi in macchina o, meglio ancora – nella bella stagione - in bicicletta. Se vi alletta l'idea di pedalare seguendo la fascia costiera, panoramica e interamente pianeggiante, sappiate che ci sono oltre 900 chilometri di percorso che serpeggiano sospesi fra terra e mare.
Si chiama Ostsee-Radweg questo itinerario e, in pratica, dal confine con la Danimarca si può arrivare fino al confine polacco. Volendo il percorso continua anche fuori dal territorio tedesco ed è noto come “ciclabile del Baltico”. Non sempre si tratta di un tracciato ciclabile a parte, spesso si intersecano anche tratti di asfalto percorsi da automobili o piccoli sterratini, ma nel complesso è un itinerario tranquillo, che offre anche diverse tappe logistiche lungo il percorso dove trovare alloggio e cibo.
Le località di partenza e di arrivo in Germania sono raggiungibili in treno, anche partendo da aeroporti serviti come quello di Amburgo, Berlino o Lubecca (i ciclisti più affezionati alla propria bici possono quindi addirittura pensare di portarsela in viaggio).
Chi invece volesse percorrere in bicicletta solo alcuni tratti e senza portarsi dietro mezzi propri, può raggiungere la costa in treno e poi trovare lungo il percorso dei punti noleggio: ce ne sono diversi. specie nelle località più turistiche, che consentono di noleggiare le due ruote anche per più giorni.
Città tedesche della Lega anseatica
La storia della Germania del Nord s'intreccia inevitabilmente con quella della Lega Anseatica (dall'antico termine tedesco hanse, ovvero società, raggruppamento, alleanza fra città), una sorta di “cooperativa” a scopo mercantile sviluppatasi fra i centri più attivi e potenti dell'area nordica europea nel tardo Medioevo.
Questa alleanza si fece via via più forte e strutturata, con pratiche di mutuo supporto, sino ad arrivare a detenere una sorta di monopolio dei commerci su gran parte dell'Europa settentrionale e del mar Baltico, divenendo quindi una vera e propria istituzione economica con importanti risvolti politici.
Le città tedesche che ne fecero parte ebbero quindi un fiorente sviluppo, che in eredità ha lasciato pregevoli tracce architettoniche, storico culturali e una certa vocazione internazionale. Sono dunque mete assolutamente consigliate e interessanti da visitare.
Fra queste: Wismar, dove ammirare edifici abbelliti da facciate con frontoni a gradini, monumentali chiese in mattoni rossi e il palazzo Fuerstenhof; Rostock, centro portuale vivace e dinamico, e Lubecca, città natale di Thomas Mann dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, che ha un delizioso centro storico di impianto medievale.
Spiagge e turismo balneare a nord
Il litorale baltico conta quasi 1500 chilometri di costa suddivisi tra bianche spiagge e scogliere, la maggior parte di queste si trovano sul territorio tedesco, attrezzato anche per accogliere un turismo di mare nella bella stagione.
Non a caso: in epoca imperiale nasce proprio qui il concetto di villeggiatura, che avrà il suo apice con la Belle Époque, sebbene oggi ancora aleggi il ricordo dell'amministrazione della DDR: gli stabilimenti balneari – il più antico si trova a Heiligendamm e ha superato i 200 anni – con le tipiche passerelle e balconi in legno, divennero infatti hotel per gli operai statali dopo la divisione fra Germania est e ovest.
Oggi la zona è ricchissima di aree verdi, parchi naturali e laghi. Sono luoghi tranquilli, a tratti ancora piuttosto selvaggi, adatti a chi ricerca pace e contatto con la natura.
La costa che si affaccia invece sul Mare del Nord ha avuto una sviluppo urbano e commerciale che ha seguito il modello capitalistico affermatosi a ovest. Si possono quindi incontrare una maggiore quantità di strutture attrezzate e località alla moda, specie sulle isole, che sono meta di vacanza piuttosto lussuosa sia per tedeschi che per danesi, inglesi e svizzeri.
Le spiagge tedesche sono popolate dalle tipiche e pesantissime sedie a sdraio antivento, chiamate “strandkorb”, che hanno un rivestimento in paglia sormontato da una tendina ribassabile che protegge sia dal sole che dalle raffiche, quando ce n'è bisogno. Le temperature dell'acqua vanno assaggiate con i giusti tempi.
Una foresta di “mare”
Non capita tutti i giorni di passeggiare in una foresta di faggi... sabbiosa. E magari, seguendo il rumore delle onde che s'insinua fra la vegetazione, ritrovarsi in pochi passi sul bagnasciuga, al cospetto del Mar Baltico. È un ambiente davvero unico quello che si trova in una particolare ecoregione che un tempo si estendeva dai Paesi Bassi alla Pomerania e oggi si è ritratta nella sola area baltica, a nord est della città tedesca di Rostock.
Ciò che ne rimane sono alcune aree naturali con un altissimo grado di biodiversità (parti di esse sono designate come "riserve totali"): la Foresta delle sabbie gialle (Gelbensande), la foresta della vecchia brughiera (Alte Heide), parte della foresta di Ribnitz e la Rostocker Heide, ovvero “brughiera di Rostock”, che si estende su una superficie di circa 6000 ettari. Dal 1252 quest'ultima è di proprietà della città anseatica, uno dei cinque più grandi proprietari comunali di boschi in Germania.
Vi si accede facilmente, anche con alcune passeggiate e visite guidate, dalla cittadina di Graal-Müritz. È suggestiva da visitare anche la foresta costiera a ovest del villaggio di Torfbrücke, chiamata “foresta fantasma” (Gespensterwald), popolata da faggi dalle forme strane a causa dell'influenza costante delle brezze marine.
In prossimità della costa i terreni sono piuttosto pianeggianti e con suoli acidi, dove crescono appunto foreste miste di faggi e di querce, verso l'interno, dove gli habitat variano anche grazie alle presenza di numerosi corsi d'acqua dolce, si trovano invece carpini bianchi, tigli e pini silvestri. Ma ci sono anche abeti rossi, larici, rovere e betulla. Dal 1996 la brughiera è stata riconosciuta anche come zona protetta.
Mudflat hiking, escursioni sul fango, a fior di marea
Il mudflat hiking, attività turistica molto popolare sulla costa ovest tedesca, altro non è che il camminare sul fango nel Mare di Wadden nelle ore di bassa marea. Molti fondali vicini all'area costiera, sabbiosi e poco profondi, emergono appunto dall'acqua due volte al giorno, quando c'è bassa marea, creando delle lunghe distese melmose (wadden significa proprio “fangoso”). In queste finestre temporali, si possono quindi attraversare superfici che poche ore dopo saranno di nuovo sommerse dall'acqua, in alcuni tratti addirittura spostandosi tra un'isola e l'altra a piedi.
La regione del mare di Wadden nel 2009 è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. L'area tutelata è molto estesa e si configura come una sorta di fascia costiera allargata che dall'Olanda arriva fino alla Danimarca. Questa enorme distesa di acqua salata comprende anche tutte le terre umide che stanno tra il Mare del Nord e la costa settentrionale europea: circa 450 chilometri, protetti dalle inondazioni grazie a un articolato sistema di dighe e canali navigabili che ricorda Venezia.
A marcare il confine con il mare aperto è l'arcipelago delle Frisone. Tra le più grandi e famose ci sono il gruppo delle isole olandesi - Texel, Vlieland, Terschelling, Ameland e Schiermonnikoog - e il nucleo tedesco delimitato dai fiumi Eider e Vidå, che comprende, tra le altre, le isole di Sylt, Föhr, Amrum, Nordstrand ed Helgoland. Sono luoghi molto particolari e suggestivi. Il paesaggio, costantemente conteso tra terra e acqua, cambia aspetto e si trasforma a seconda del livello del mare.